Facciamo il Giro d’Italia, ma non con la bicicletta e la maglia rosa, lo facciamo attraverso le note.

Nel Nord Italia c’è sicuramente l’influenza delle musiche europee, e rispetto alla musica del sud Italia le armonie sono più semplici con pochi accordi, le melodie sono facilmente orecchiabili e memorizzabili, mentre al sud c’è un’influenza delle culture mediterranee, nord-africane, greche e spagnole, le melodie sono più complesse. Anche i ritmi sono differenti, se al nord troviamo valzer e polke, al sud ci sono la pizzica e la taranta.

E’ utile sottolineare la particolarità della musica sarda che si sviluppa su armonie vocali a note lunghe.

La musica folkloristica italiana:

TESTI

Le liriche delle canzoni hanno due temi principali che spesso si intrecciano: 1 – l’amore  2- il territorio

1 – Spesso a farla da padrone sono i sentimenti della nostalgia, di amori finiti, di partenze e di addii, e tante volte si descrivono i posti, i monumenti, l’aria, i panorami tipici di una zona.

2 – La misica è quasi sempre ballabile, quindi le danze europee come valzer, valzer lenti, mazurke, polke e slaterelli sono i più usati. Accordi semplici a volte solo due accordi, e melodie immediate che hanno avuto la tradizione orale come maggior mezzo di trasmissione

Iniziamo il giro!

Partiamo dalle montagne del nord che voglio rappresentare con il famoso coro della S.A.T. in perfetto stile alpino eseguito a cappella in cui si canta la bellezza del paesaggio. Il coro senza strumenti ritmici sembra particolarmente adatto ad essere eseguito in un ambiente ampio, e che non teme l’effetto eco delle pareti delle montagne, anzi proprio questo effetto potrebbe aiutare l’effetto armonico.

Passiamo al Piemonte dove un valzer è particolarmente adatto sia a ballare in una festa di piazza, è adatto ad essere cantato per la immediatezza delle melodie che sostengono il testo che ci racconta la storia del ragazzo che parte dal Piemonte dove ha studiato e lasciato la sua bella piemontesiana di cui era innamorato

Eccoci tra Piemonte e  Lobmardia dove le mondine in una polka popolare, a fine giornata di lavoro chiedono al padrone della risaia di essere pagate per poi andare a casa: “Signor padrone, dai bei pantaloni bianchi, tira fuori i soldi  che andiamo a casa”

In Lombardia , ancora su un ritmo di ploka, la bella ragazza che lava i panni al fosso, perde l’anello e chiede al pescartore li vicino se può recuperarle l’anello con il solito finale in cui i due si innamorano…

In Veneto un’altra polka racconta di un galletto che cantava bene … ma che finisce in padella, me le galline si ribellano alla padrona.

Scendiamo verso la romagna dove ovvimente il liscio la fa padrone, ecco una canzone che parla della fine dell’amore e dell’estate ma il protagonista torna al mare e gli parla e gli racconta che sulla sabbia è nato un fiore e ne suo cuore un grande amore.

In Toscana la torre di Pisa….

e un “Bacione a Firenze”

A Roma i ragazzi che non hanno voglia di lavorare (i magnaccioni) chiedono del vino all’oste

A Napoli nasce la melodia, la canzone, ecco il brano napoletano che ha girato il modno , cantato anche da Elvis Presley

In Calabria

La taranta Pugliese:

In Sicilia:

Per la Sardegna propongo non la musica del folklore popolare fatto di valzer, polke e mazurke come in tutta Italia, ma un canto tipico sardo fatto da armonie fatte da note lunghe che dialoga con un solista chiamato canto a tenore.