chris cornell

Chris Cornell in Italia ha venduto poche copie del suo primo disco solista nel 1999, e una copia di quel disco è nella mia collezione, perchè in questi tempi di download e youtube e vevo, avere dei cd e dei vinili è paragonabile ad avere una collezione. E’ curioso, non ci avevo mai pensato fino ad ora che ho deciso di scrivere un post su Chris Cornell.

Dei Soundgarden e degli Audioslave non ho mai seguito molto, ma suonavo Black Hole Sun da metà degli anni novanta: un misto di armonie inaspettate, tempi dispari, melodie malinconiche, suoni avvolgenti che non potevano non colpire le anime di milioni di persone.

Non ricordo se acquistai Euphoria Morning dopo aver letto una recensione o dopo aver ascoltato un po’ di brani con Napster, o tutto insieme, beh, fatto sta che quel cd mi ha stregato. La sua voce era unica, ma unica nel senso del timbro, del controllo, delle colorazioni blues, inserita in melodie infinite, mai scontate e in bilico tra l’apocalisse, la psichedelia, il blues e il sogno.

Mi è capitato di sentire qualcosa del disco nuovo in radio qualche settimana fa e mi sono detto “finalmente, posso investire qualche euro in musica “, ma non l’ho ancora fatto, adesso sembrerebbe un acquisto dettato dall’emozione della sua morte, e forse in parte lo sarà. Sto ascoltando la sua voce su youtube da questo video  e rimango catturato dalla bellezza che possono essere prodotte solo con una voce ed una chitarra.

Lascia una famiglia e dei figli, sopraffatto dalla sua depressione dopo aver attraversato periodi di dipendenze (per quel che leggo in questi giorni, visto che non mi sono mai informato sulla sua vita privata), ma per tanti amanti della musica lascia un vuoto, dove c’era un cantautore ed una voce capaci di fare musica (quella vera, non quella che vende per forza, ma quella che fa vibrare l’anima) ora c’è solo un rammarico per non averlo mai sentito dal vivo, c’è un vuoto artistico.